Per noi far politiche giovanili voleva dire avere un locale dove poter incontrare persone e costruire progetti con loro, dare strumenti innovativi a tutti coloro che avevano voglia e capacità di fare, quindi sale di registrazione, sale per il montaggio, videocamere… e in più il pub per provare i grandi concerti.
La nave di Harlock è stato per un anno e qualche mese un luogo aperto 7 giorni su 7, 18 ore su 24 con un target di inclusione tra i 3 e i 35 anni. Un grande impegno che abbiamo portato avanti con passione ed energia. È stato un grande sforzo anche dal punto di vista economico, nonostante una parte di contributi pubblici da provincia e regione Lombardia. Il progetto è costato infatti più di 2 milioni di euro per 1.300 metri quadri coperti.
Chi ha frequentato la nave di Harlock ha potuto peró assistere a tanti spettacoli, ha visto tanta gente passare, tra i mondiali di calcio ed eventi con le città gemellate con Brescia e ha goduto di concerti memorabili. Ma tutto questo non è stato sufficiente a pagare il grande investimento fatto sulla nave di Harlock.
Senza questo sogno e questa voglia di mettersi a disposizione dei giovani oggi non ci sarebbe peró la Latteria Molloy ma una casa privata come era da piano regolatore!
Abbiamo lasciato una grossa eredità alla città, un ambiente funzionale dove la gente viene un po’ da tutta la provincia e anche fuori, un ambiente sempre al passo dei tempi nonostante siano già passati 15 anni da quando è stato costruito recuperando una cascina fatiscente.
Credo sia stata una riqualificazione urbana importante ma soprattutto un progetto sociale molto innovativo rispetto a quello che esisteva in Italia a quel tempo, tanto da ricevere l’onore delle cronache a livello regionale.